Al lavoro col nuovo Mac Pro
Da alcuni giorni al lavoro sto utilizzando il nuovissimo Mac Pro, iniziato a circolare in Italia da fine aprile circa. Queste sono le immagini dell’unboxing.
Come al solito la qualità Apple in questo è sempre ai massimi livelli.
Il Mac Pro è avvolto da una pellicola di plastica. Il computer è incredibilmente piccolo, se paragonato al precedente Mac Pro.
Ecco il cavo dell’alimentazione.
In questo caso Apple non ha messo la spina tedesca ma quella italiana. Brava!
Il piccolo librettino di introduzione al prodotto.
Dentro, sorpresa: gli adesivi della mela son neri!
Ed ecco lo splendido gioiellino.
Questa è la parte sotto.
Il nuovo Mac Pro accende tutte le sue spie se viene mosso. Dev’esserci un sensore di movimento al suo interno. Immagino si accendano anche con scarsa illuminazione, ma non l’ho ancora sperimentato. Quando lo alzi ti da la sensazione che pesi un botto. In realtà son 5 chili.
Per spostarlo, Apple suggerisce di prenderlo dall’incavo sopra. Altra cosa particolare, la mela è posta dietro. Davanti non c’è nulla. Strano davvero. A meno che Apple non abbia voluto posizionare tutte le prese usb, alimentazione, thunderbolt, ecc… nella parte frontale, ma mi sembrerebbe alquanto strano. Un po’ scomoda la posizione scelta per il pulsante di accensione. È in mezzo ai cavi e ci si arriva a fatica.
Il cilindro nero non è nero ma antracite. Col nero non c’entra proprio nulla. La parte esterna, il guscio, è di metallo ed è molto spessa. Aprirlo è immediato e fighissimo. C’è un blocco ovale che si sposta a destra. E il cilindro di metallo di alza verso l’alto. Sembra veramente un oggetto del futuro.
Maniacale come son stati disposti i componenti elettronici. Sembra un’opera d’arte.
Concludo svelandovi che dalla comparsa della mela sul monitor alla comparsa della scrivania non fanno in tempo a passare 5 secondi. Mostruoso.